Come ci ha ricordato Munari, non c'è nulla di più facile delle recensioni prefabbricate, standard, da gettare dopo l'uso, perfettamente intercambiabili tra autore e autore, quando non tra arte e arte.
È proprio questo il genere di giudizi che vorrei evitare per i lavori di Chiazza, che meritano una diversa attenzione. Vorrei anche evitare quei termini così generici che troppo spesso abbandonano nella "critica" (si fa per dire) d'arte, è che permettono di evitare un giudizio reale.
E allora lo dico subito e semplicemente: i lavori di Chiazza sono estremamente gradevoli, e mostrano una buona tecnica, insieme ad un gran gusto per le cose ben fatte.
Non aprono, e non vogliono aprire, nuove prospettive o cose del genere; ma tengono vivo in tempi di approssimazione e sciatteria una capacità artigianale, nel senso buono della parola, che è di per se consolante: il che non è poco.
La ritrattistica, in particolare, mostra capacità di osservazione notevoli, e tanto più notevoli se si pensa alla impersonalità delle facce (reali) che ci circondano.
Dunque, un augurio per Chiazza, ed un invito a continuare: dopo anni di (si fa di nuovo per dire) "innovatori", abbiamo bisogno di molti onesti e bravi "conservatori" che prendano sul serio il loro compito, come fa il nostro.

Giuliano Zincone

Vincenzo Chiazza