"Ritrattista che va dentro all'animo dei personaggi e che sa cogliere di essi non soltanto la forma né fermarsi all'immagine". Così è stata definita dalla critica, che non gli ha certo lesinato lusinghieri apprezzamenti (quelli di Angelo Mistrangelo e Renzo Guasto valgano tra gli altri) l'opera di Vincenzo Chiazza, scultoree pittore di Cianciana (Agrigento).
 
Entusiasmo e modestia sono i tratti caratteristici che si fondono in questo siciliano di 43 anni che ha saputo trasformare la scultura prima, la pittura poi, negli incontri fondamentali di un'esistenza. Ma se Chiazza riesce a trasferire nelle sue composizioni artistiche i toni di serenità dei suoi soggetti è anche e soprattutto alla 'sua' serenità, quella più intima e personale del suo mondo interiore, e che si trasfonde nelle sue opere, che riesce ad arrivare così in alto, là dove alto è sinonimo di profondo.
 
La sua è la poesia di un animo semplice e limpido, è autentica poesia d'arte perché parla il linguaggio dei puri di cuore e ha il lirismo dei sentimenti più nobili. Anche le luci, le ombre, i colori, tutto diventa protagonista di un'arte dai contorni sobri e accennati, tutto si fa interprete di una voce che non sa gridare, che non conosce asperità ma soltanto i lievi trasalimenti dell'animo umano.
 
L'arte pittorica di Chiazza è la faccia complementare della sua scultura: quella di un interprete che segue fedelmente i suoi modelli e i suoi soggetti ma che li affida in realtà alla loro voce più interiore e personale. Tutto, forme e contorni, viene stemperato in questa luce che è dimensione spirituale. E' una poesia la sua, abbiamo detto,che predilige e fa propri i toni pacati e sereni, che lascia spazio al silenzio e alla voce dell'animo. Ma non per questo la si creda priva di forza: è anzi più forte e più viva, perché corrisponde alla voce più autentica dell'uomo. Quella dello spirito.

Daniela Laneri

Vincenzo Chiazza