… mi domando se questa sua attitudine al ritratto gli derivi dall’essere siciliano. Ci siamo fatti un poco un mito dell’acutezza psicologica dei siciliani (Pirandello, Brancati, Sciascia). Chiazza va dentro al personaggio, anche se è la prima volta che lo vede, anche se è costretto a lavorare, come nel caso dei due fratelli Agnelli, da una fotografia. Mi sembra che soprattutto in quello di Giovanni (ma anch’io lo devo giudicare da una fotografia) sia andato molto dentro al carattere dell’uomo. I più acuti? Quello di Spinardi (forse perché conosco il ritratto), quella della signora Gramola, di Luciano Proverbio e, naturalmente, quello da tutti citato di Armando Capri. Dei due ritratti della moglie uno è chiuso in una ricerca formale di stile un poco quattrocentesco, l’altro (e forse lo preferisco) è più libero, sciolto, immediato, con i capelli gonfi e in disordine. Molto bella la terracotta policroma di una ragazza torinese (e mi auguro che ne faccia altre così ravvivate dal colore). Molti i ritratti di bambini tra cui voglio ricordare almeno quello di Ninella, piccolo volto rotondo, dallo sguardo attonito.
Renzo Guasco